Naturalismo E Verismo
1) IL PERIODO
Sul piano letterario, subito dopo il 1848, Flaubert
e Baudelaire anticipano, in Francia, le tendenze che pochi anni dopo
s'impongono con il Naturalismo e con il Simbolismo, mentre in Italia le loro
posizioni sono accolte e propagandate dal movimento della Scapigliatura, che si
sviluppa a Milano dopo l'Unità.
2) Le ideologie, le trasformazioni dell’immaginario, i temi della
letteratura e dell’arte: l’idea di progresso
o Trionfa
la modernità; Scienza tecnica e progresso
o positivismo:
ciò che è scientifico; la scienza po' indagare qualsiasi fenomeno, l’esistenza
umana stessa può essere spiegata scientificamente
o oggettività e determinismo psicologico, basi
materialistiche
o nascono nuove scienze sociali
Idea
"progressista" della storia assai diversa da quella ciclica o da
quella cristiana, che si basa su questi punti:
1)
il nuovo e il giovane sono portatori di un valore positivo mentre ciò che è
vecchio o appartiene a fasi diverse dello sviluppo umano appare
"arretrato" e negativo;
2)
il miglioramento materiale dipendente dalle scoperte scientifiche e
tecnologiche coincide con quello intellettuale e spirituale;
3)
tutto il mondo partecipa, anche se in modi diversi, a tale sviluppo: esso è
sostanzialmente unitario e le parti più arretrate del pianeta dovranno
necessariamente seguire l'esempio di quelle più avanzate;
4) mentalità
è "realistica" e materialistica, dal rispetto per i dati di fatto e
per i rapporti di forza. (questo sistema di idee è portato avanti dalla nuova
borghesia positivistica e imperialistica, ma trova parziale accettazione anche
presso il nascente movimento operaio).
L'enfatizzazione
degli aspetti puramente tecnici, meccanici e materiali del progresso provoca,
però anche scontentezze e disagi, e non manca chi pone invece l'accento sulle
contraddizioni del progresso. (Baudelaire, Nietzsche, Verga, Pirandello).
L'industrializzazione
e lo sviluppo della tecnologia moderna sono salutati con entusiasmo, ma sono visti
da qualcuno anche come una minaccia per il mondo umanistico e per un ceto
intellettuale che spesso proveniva dalla campagna e dalla provincia.
3) La cultura filosofica: il Positivismo da Comte
a Darwin e Spencer
Il Positivismo domina nella cultura europea fra il
1849 e il 1890 circa. Era stato fondato dal filosofo francese Auguste Comte. Secondo Comte, l'unica
conoscenza possibile è quella che si realizza secondo il metodo scientifico, il
quale non considera il problema delle cause ultime, ma si propone
esclusivamente di analizzare il rapporto di causa-effetto nei fenomeni
obiettivamente e sperimentalmente osservabili.
Si sviluppa in questi anni una cultura che presenta
le seguenti caratteristiche:
1) un rigoroso materialismo,
che riconduce la condizione umana a quella di ogni altro animale ed esclude
qualsiasi soluzione di tipo metafisico e spiritualistico;
2) un sostanziale determinismo: l'uomo è determinato dagli istinti, dai bisogni
materiali, dalla situazione storica cui vive;
3) una concezione del progresso fondata sull'evoluzionismo: le diverse specie si
evolvono attraverso la «lotta per la vita» e la «selezione naturale»,
adattandosi, quale più, quale meno, all'ambiente e affermandosi o scomparendo
in relazione a tale adattamento.
La teoria evoluzionistica assume la denominazione
di "darwinismo" dal suo fondatore, lo scienziato naturalista inglese Charles Darwin.
Spencer: "darwinismo
sociale" - servì ideologicamente a giustificare la repressione delle
lotte sociali, la politica imperialistica e la lotta per la concorrenza
capitalistica fra aziende e fra interi Stati. In essa inoltre l'idea di
progresso si conciliava con una certa dose, da un lato, di cinismo e di
accettazione delle leggi del più forte e, dall’altro, di rassegnazione e di
"fatalismo", che ebbe una forte influenza su alcuni scrittori
veristi e, in Italia, su Verga.
La lotta per la vita: l'individuo, le classi e la società
Precursori: Flaubert, Dostoevskij,
Tolstoi
Lo sguardo con cui i naturalisti osservano
e denunciano la lotta per la vita ignora del tutto una prospettiva religiosa: è
espressa la volontà di esaminare tutto solo per mezzo della scienza.
Nei veristi italiani, e in
particolare in Verga, la denuncia
acquista un valore complesso. La lotta per la vita è vista come un fenomeno
"fatale", ma, al tempo stesso, come un fenomeno indotto o acuito
dalle contraddizioni del mondo contemporaneo.
Il messaggio di Verga, con la sua lucidità e il suo pessimismo, poteva
riuscire perturbante nell'Italia umbertina.
3) Le poetiche. Flaubert e il Realismo: la “descrizione” occupa il posto
della “narrazione”, l’“impersonalità” si sostituisce alla partecipazione
“È uno dei miei
principi: non bisogna scriversi. L'artista deve essere nella sua opera come Dio
nella creazione, invisibile e onnipotente da poter essere sentito ovunque, ma
senza essere visto.
[...] Flaubert
«... il racconto è un documento umano... Io
te lo ripeterò così come l'ho raccolto pei viottoli dei campi, press'a poco con
le medesime parole semplici e pittoresche della narrazione popolare... senza
stare a cercarlo fra le linee del libro, attraverso la lente dello scrittore...
La mano dell'artista rimarrà assolutamente invisibile e l'opera d'arte sembrerà
essersi fatta da sé.» Verga, lettera a Salvatore Farina
Realismo Si afferma in Francia, e poi negli altri paesi
d'Europa, dopo i fatti del 1848-49, e si caratterizza per la tendenza
antiromantica. Mentre il Romanticismo, anche nel romanzo realista di Balzac o
di Manzoni, aveva dato ampio rilievo alla soggettività,
agli ideali dell'autore, che interveniva con i suoi commenti all'interno della
narrazione, ora si tende a una rappresentazione oggettiva, che esclude
il commento esplicito dell'autore e la manifestazione dei suoi sentimenti.
Inoltre si respinge l'idealizzazione della realtà e si punta alla sua
descrizione scientifica.
Mentre il realismo romantico tende alla partecipazione, il Realismo mira all'osservazione distaccata. La
differenza fra realismo romantico e Realismo come movimento comporta una
differenza fra due modi di rappresentare, il primo preferisce la
"narrazione", il secondo la "descrizione".
Nel 1865 con Germinie
Lacerteux di Edmond e Jules de
Goncourt nasceva il Naturalismo,
in cui le posizioni espresse dal movimento del Realismo diventano una proposta
autonoma e organica.
4) Il Naturalismo francese e il Verismo italiano: poetiche e contenuti
La parola "Naturalismo"
compare per la prima volta in un saggio del 1858 del critico positivista Hippolyte Taine su Balzac, indicato come maestro della narrativa moderna.
D'altra parte Taine stesso darà, nel 1865, un contributo alla teoria del
romanzo e allo studio dei temperamenti umani mostrando che gli individui sono
sempre "determinati" da tre fattori: le leggi della razza e dell'eredità, l'ambiente sociale, il momento
storico.
Il Naturalismo come movimento letterario
nasce fra il 1865 e il 1870. Ai suoi inizi si colloca il romanzo dei fratelli Jules e Edmond de Goncourt, Germinie Lacerteux, uscito nel 1865.
Nella prefazione gli autori contrappongono ai romanzi «falsi» dei romantici
questo «romanzo vero», costruito con scrupolo scientifico volto a ricostruire
un vero "caso clinico", e cioè la psicologia distorta (ai confini di
una nevrosi isterica) di una serva che conduce una doppia vita, (nesso fra
scienza medica e arte letteraria). Inoltre si afferma con forza: 1) anche il
"quarto stato" ha diritto di divenire protagonista della narrativa
moderna; 2) il primato del romanzo fra i generi letterari. Si tratta di punti
che tra poco saranno centrali nel programma del Naturalismo.
Tutti questi aspetti attirano l’attenzione di Zola, in una recensione che egli dedica
al romanzo. E quando nel 1867 pubblica Therèse
Raquin, si dichiara, per la prima volta, “scrittore naturalista”. fra il
1868 e il 1870 il ciclo dei Rougon-Macquart,
con una prefazione che ha il valore storico di manifesto del Naturalismo. In
essa infatti Zola vuole dimostrare come le leggi dell'ereditarietà condizionino
tutti i componenti di una famiglia: così la “storia naturale e sociale di una
famiglia” diventerà storia della Francia negli anni del Secondo Impero.
Zola pubblica in volume i suoi saggi e i suoi
interventi teorici con il titolo programmatico Le roman expérimental (Il romanzo sperimentale).
I punti fondamentali del libro sono i seguenti: 1)
rifiuto della letteratura romantica, perché idealisticamente basata sulla
fantasia e sul sentimento invece che rigorosa della realtà oggettiva; 2)
affermazione del metodo dell'impersonalità, che esclude l'intervento soggettivo
dell'autore nella narrazione; 3) rifiuto dei canoni tradizionali del bello:
anche se volgare, brutto e ributtante, il vero è sempre bello e morale; 4)
impostazione scientifica della narrazione che deve essere basata sia
sull'osservazione sia sulla sperimentazione; 5) primato del romanzo, che, unico
fra i generi letterari, può seguire rigorosamente un metodo scientifico e
dunque collaborare a creare la moderna sociologia. Insomma, lo scrittore deve
diventare uno scienziato sociale, in corrispondenza con l'ideologia diffusa dal
positivismo.
Il
Naturalismo pone l'accento sul metodo
della rappresentazione e sui contenuti più che sulla forma. Per quanto riguarda
i contenuti, i naturalisti devono rappresentare tutti i gradini della scala
sociale, muovendo dai più bassi per risalire ai più elevati e seguendo così il
metodo stesso della scienza che procede dal semplice al complesso. Per quanto
riguarda il linguaggio, è molto
presente il parlato e non manca neppure, particolarmente ne L`ammazzatoio di Zola, il ricorso al
gergo popolare della plebe parigina. Il realismo dei contenuti diventa dunque
anche realismo linguistico.
In Italia l'influenza del Naturalismo comincia a
farsi sentire negli anni Settanta, ma solo dopo l'uscita dell'Assommoir [L’ammazzatoio] alcuni
romanzieri e critici italiani (fra cui, oltre a Capuana, Verga) cominciano a
progettare la nascita anche nel nostro paese del «romanzo moderno» ispirato
agli stessi principi del Naturalismo francese. Questo gruppo di scrittori si
riunisce a Milano fra la fine del 1877 e la primavera del 1878 e realizza al
movimento del Verismo, corrispondente
al Naturalismo francese.
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