DIOCLEZIANO (testo da pag. 74 a 85)
La
fine della dinastia dei Severi dà inizio ad un lungo periodo di crisi dinastica
e sociale. Tale crisi si arresta con l’elezione al trono di Diocleziano,
generale dalmata acclamato dalle proprie truppe nel 284. Salito al potere, deve
affrontare la crisi economica, l’anarchia dell’esercito e la mancanza di forza
e autorevolezza del potere centrale,
perciò dà il via ad una vasta azione riformatrice. Per rafforzare
l’autorità imperiale e ripristinare l’unità dell’impero, egli utilizza la
religione tradizionale e l’attribuzione al sovrano di prerogative divine;
vengono di conseguenza perseguitati i cristiani (303: si tratta dell’ultima
grande persecuzione).
ISTITUZIONI _ Riforma amministrativa e costituzionale. Per conferire al potere
centrale efficacia operativa, viene realizzata una riforma amministrativa. Le
province aumentano di numero (da 50 a
117) diminuiscono di estensione e sono
affidate ad un corpo scelto di funzionari, con separazione delle funzioni
civili da quelle militari; entrano inoltre in 12 circoscrizioni più ampie
chiamate diocesi. Le diocesi vengono
raggruppate in 4 regioni, a capo delle quali viene posto un governatore che
partecipa direttamente del potere imperiale; ogni regione ha una capitale, posta
in punti di rilevante importanza strategica per la difesa dei confini.
L’imperatore associa al governo un collega e i due prendono il titolo di
“augusti”; gli augusti nominano 2 “cesari” che potremmo considerare dei
“vice-imperatori” e che sono destinati a diventare augusti alla morte dei predecessori.
I nuovi augusti avrebbero nominato i due nuovi cesari: Diocleziano intendeva
così risolvere il problema della successione al trono; ogni cesare ed ogni
augusto controllava una delle 4 zone
dell’impero (v. cartina pag. 78 del testo). Questo sistema prese i nome di tetrarchia, che significa “governo di
quattro”. Diocleziano assunse il titolo di augusto
e governò le zone più importanti dell’oriente, che avevano Nicomedia come capitale; e scelse come
collega un abile generale, Massimiano
(Italia e Africa, capitale Milano) ;
i due cesari furono Galerio (Pannonia,
capitale Sirmio) e Costanzo Cloro (Gallie e Britannia, capitale Sirmio).
MODI
DI PRODUZIONE _ Per
affrontare la crisi economica, Diocleziano deve aumentare le tasse. Per questo
crea un catasto agricolo, nel quale vengono catalogati i terreni disponibili e
le professioni. In questo modo è possibile stabilire la quantità di tasse da
pagare ogni anno e prevedere l’entità
del gettito fiscale. Le professioni diventano obbligatorie per legge, ponendo
in questo modo un blocco alla mobilità sociale e impedendo anche il mutamento
di residenza (la rigidità sociale sarà una caratteristica tipica dell’età medievale).
AVVENIMENTI
_
Tra
il 303 e il 304 Diocleziano attua una sistematica e feroce repressione del
cristianesimo.
Per
verificare l’efficacia del proprio sistema di successione, dopo 20 anni di
regno, Diocleziano abdica (nel 305). Ricominciano le lotte per la successione:
prevale Costantino (figlio di un augusto) e riunisce l’impero sotto il proprio
dominio.
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