L’impero
d’Oriente e gli Ostrogoti - La corte di Costantinopoli, dove era ancora viva intenzione di riunire
l’impero, invia gli Ostrogoti di Teodorico in Italia contro Odoacre. Teodorico,
vittorioso, inizia una politica di integrazione tra l’elemento goto e quello
romano, che però non ha troppo successo. Giustiniano, salito al trono d’Oriente
poco dopo la morte di Teodosio, concepisce l’ambizioso progetto di ricreare
l’impero romano: muove guerra ai Visigoti in Spagna, ai Vandali in Africa, ai
Goti in Italia. Nello stesso tempo progetta un’impresa che sarà fondamentale
per lo sviluppo del mondo occidentale: fa raccogliere in un’unica opera tutte
le leggi promulgate nell’impero romano, che regolano la vita civile dei
sudditi. Il testo, chiamato Corpus Iuris
Civilis, costituirà per gli stati europei la base del diritto per secoli.
La guerra greco – gotica (quella tra bizantini e Ostrogoti) dura vent’anni
(535-553) provocando devastazioni ed epidemie, fino all’annientamento economico
e sociale dell’Italia.
Approfittando
delle difficoltà di Bisanzio, i Persiani minacciano l’impero d’Oriente; vengono
fermati, ma la ridotta potenza dei Bizantini consente lo stanziamento nei
Balcani di Slavi e Bulgari.
La
crisi dell’Europa -
Tra III e il VII secolo d.C.
l’Europa vive un momento di grave crisi economica e demografica dovuta alle
invasioni dei barbari e a continue guerre. Un importante fattore è
rappresentato anche dalla fuga dei contadini dalle campagne con conseguente
scarsa manutenzione dei terreni e diminuzione della resa agricola. La carenza
di derrate alimentari produce sottoalimentazione e diffusione delle malattie. Modi
di produzione Una delle conseguenze più gravi della crisi economica e
demografica è la scomparsa della vita cittadina, con conseguente crisi delle
attività artigiane e commerciali: solo nelle aree di più antica romanizzazione
le città mantengono un ruolo economico relativamente importante.
Regni
romano-barbarici: i Franchi - Il più importante dei regni romano-barbarici è quello dei Franchi,
accolti fin dal IV secolo entro i confini dell’impero. Clodoveo, dopo aver
unificato tutta la Gallia, cerca di attuare mia politica di tolleranza e
integrazione con le popolazioni locali. Il sovrano, a differenza degli altri
capi germanici che sono ariani, si converte al cristianesimo romano,
garantendosi così l’appoggio della Chiesa e dell’aristocrazia gallo-romana.
Alla morte di Clodoveo, l’aristocrazia approfitta delle discordie tra gli eredi
per esautorarli. Nel VII secolo il potere è ormai in mano al “maestri di
palazzo”, rappresentanti dell’aristocrazia, e il re mantiene un’ autorità solo
formale.
Alla
morte dell’ultimo dei merovingi, Pipino III detto il Breve, si fa eleggere re dai
grandi signori del regno e in seguito viene consacrato dal papa stesso. In
cambio egli promette aiuto al papa contro i nemici della Chiesa. Per
assicurarsi la fedeltà dei capi Franchi i Pipinidi concedono in uso alcune
delle loro proprietà fondiarie ricevendo in cambio un giuramento di fedeltà.
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