LA FORMAZIONE DELLA POLIS
Tra
l’XI e il IX secolo a.C., periodo che segna l’ingresso della Grecia nell’età
del ferro, la fine dei regni micenei e la caduta dell’impero hittita in
Anatolia producono una serie di conseguenze cruciali per lo sviluppo della
storia successiva del mondo greco.
La
scomparsa dei palazzi micenei e delle grandiose tombe monumentali è il segnale
della fine delle antiche casate che gestivano il potere di loro palazzi.
Un
diffuso spopolamento e una certa decadenza della produzione artigianale della
ceramica e del bronzo testimoniano di un grave periodo di crisi, così come la
scomparsa della scrittura.
La
mancanza di documenti scritti relativi a questo periodo fa sì che esso sia
ricordato con le definizioni di “secoli bui” o “medioevo ellenico”, che
sottolineano in negativo i cambiamenti rispetto alla fase precedente della
storia greca.
Tre
grandi processi caratterizzano questo momento storico: il ritorno nel
territorio greco di popolazioni di stirpe ellenica precedentemente scacciate,
grazie alla cui migrazione si definiscono le tre aree di popolamento
dell’antica Grecia; la diffusione, grazie alle attività commerciali gestite dai
Fenici, di uno stile di vita ispirato al lusso e alla ricchezza dei sovrani
orientali; la “prima colonizzazione” greca, cioè un moto di popolazioni che
dalla Grecia continentale raggiungono le sponde dell’Anatolia e vi fondano
nuove città.
Per
capire il funzionamento della società greca arcaica, oltre alle testimonianze
archeologiche, una fonte importante è costituita dai poemi omerici. Essi
descrivono la struttura di una società di tipo aristocratico in cui accanto ai
signori, la cui ricchezza è fondata sul possesso della terra, convivono
braccianti e artigiani liberi.
Verso
la fine del “medioevo ellenico” compaiono insediamenti caratterizzati da
un’organizzazione politica totalmente differente da quelle finora incontrate.
La nascita della città greca (polis) è un processo di lungo periodo,
durante il quale l’idea di un possesso comune e di uno spazio centrale di
discussione producono la nascita di un organismo statale che vive grazie al
rapporto strettissimo che lega i suoi abitanti alla terra circostante.
La
struttura stessa della polis testimonia la sua natura: accanto
all’acropoli, in cui ha sede il tempio della divinità protettrice e che viene
utilizzata come luogo di difesa dai pericoli esterni, convive l’agorà, la
piazza centrale, in cui si realizza la coincidenza tra spazio civico e spazio religioso.
A
partire dall’ VIII secolo, in conseguenza di lotte tra aristocratici per il
possesso della terra, sotto la spinta dello spirito di avventura di molti
cittadini e del diffondersi di conoscenze sul mondo mediterraneo, gruppi di
persone decidono di fondare nuove città sulle sponde d molti paesi affacciati
sul Mediterraneo, comprese l’Italia meridionale e la Sicilia.
Nella
definizione dell’identità della polis ha un ruolo fondamentale la
religione, che innerva tutti gii atti pubblici della città. A partire dall’ VIII
secolo, inoltre, è attestata l’attività di legislatori a cui si deve la stesura
delle prime leggi scritte, nate per vincolare i giudici, normalmente
appartenenti all’aristocrazia, e per fissare le procedure e le pene.
La
nascita di nuove forme di collaborazione all’interno della polis produce
la cosiddetta “rivoluzione oplitica”, la nascita di una nuova tecnica di
combattimento che presuppone la condivisione di un codice d’onore basato
sull’aiuto reciproco. La partecipazione alla difesa comune comporta l’ascesa sociale
e politica delle classi medie e il declino della cavalleria, specialità dei
ceti aristocratici.
La
diffusione delle leggi scritte e la rivoluzione oplitica sono segno della crisi
dell’aristocrazia e dell’emergere di nuovi ceti. Questa situazione politica e
sociale è il terreno ideale su cui si sviluppano le tirannidi, regimi di tipo
personale che godono dell’appoggio popolare, a cui si deve un’imponente
attività urbanistica e lo sviluppo dei culti religiosi.
In
questo stesso periodo, le città fenicie si rendono indipendenti e danno vita a
uno spettacolare sviluppo commerciale e culturale, pur senza raggiungere mai
un’unità politica. A partire dall’XI secolo a.C. gran parte del commercio
mediterraneo si svolge tramite navi fenicie. Insieme alle merci vengono diffuse
idee e innovazioni, tra cui la scrittura fonetica.
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