LA FORMAZIONE DELL’EUROPA ANTICA
L’introduzione del sistema di vita neolitico in Italia
attorno alla fine del VII millennio a.C., sembra legato a stimoli e influenze
delle civiltà del Vicino Oriente per quello che attiene la pratica
dell’agricoltura e della domesticazione degli animali.
In poco più di un millennio gran parte dell’Europa
meridionale ha adottato nuovi sistemi di abitazioni stabili, di coltivazione e
di allevamento, di produzione di ceramica, oltre ad attività come la tessitura,
il diboscamento e l’adattamento dei terreni alle coltivazioni.
ISTITUZIONI - Compaiono i primi villaggi organizzati con
trincee o con muri di cinta a scopo difensivo, segno di un accumulo di
ricchezze. All’interno delle società si stratificano le differenze sociali:
figure preminenti fanno mostra di un potere simboleggiato da oggetti
particolari.
MODI di produzione Tutto
questo dà impulso allo sviluppo della metallurgia e dell’artigianato. A mano a
mano che la richiesta di oggetti simbolici cresce, la scelta delle aree su cui
stanziarsi viene condizionata dalla vicinanza di fonti metallifere.
Compaiono le prime forme di megalitismo a indicare la presa
di possesso del territorio da parte di tribù di agricoltori, ma solo nelle aree
nordoccidentali dell’Europa, quelle cioè dove la pratica dell’agricoltura e
della lavorazione dei metalli si sviluppa più tardi.
Tra il 3500 e il 2300 a.C. alla tecnologia della pietra si
affianca in modo diffuso la lavorazione dei metalli (rame e bronzo); si ha
anche la prima unificazione culturale dell’Europa, che prende il nome di
cultura del vaso campaniforme. Essa è probabilmente in rapporto con la
diffusione delle bevande alcoliche e con la cosiddetta “rivoluzione dei
prodotti secondari”, vale a dire l’introduzione del carro con ruote a trazione
animale, dell’aratro, del cavallo e della lavorazione del latte e della lana.
Aumentano le capacità di produzione di cibo e strumenti, si
introducono nuovi comportamenti e si formano società più complesse. Aumentano
perciò anche le attività cultuali e simboliche come testimoniano le incisioni
rupestri, gli spazi sacri e le strutture megalitiche ormai diffuse in tutto il
continente.
Un dato costante dell’Europa nel II millennio a.C. è la
formazione di centri abitati di dimensioni maggiori, contornati da una serie di
villaggi dipendenti. La penisola italiana entra per prima nell’età del ferro,
attorno al 1000 a.C., mentre per il resto dell’Europa la cronologia iniziale
varia a seconda delle regioni. Compaiono i primi villaggi su palafitte,
nell’area alpina e prealpina della penisola, le terremare e villaggi dotati di
imponenti fortificazioni.
ISTITUZIONI In tutta Europa si va creando una rete territoriale
centrata su un abitato maggiore cui fa capo la produzione agricola, artigianale
e degli scambi. La struttura sociale di queste comunità è dominata da gruppi
ristretti di capi guerrieri.
Questa situazione si evolve favorendo la formazione di
culture sempre più delimitate e definite, legate a un particolare ambito
territoriale. Quanto più si intensificano gli scambi, tanto più si segnala il
riconoscimento della propria identità rispetto all’esterno.
PUNTI DI SVOLTA Il passaggio
all’età del ferro segna anche un cambiamento nella gestione della terra che, da
possesso comune, viene ora suddivisa, dando così origine alla proprietà
privata.
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