GUERRA DEL PELOPONNESO
" Il più grave sconvolgimento che sia mai avvenuto per i
Greci" così viene definita questa guerra dallo storico Tucidide. Dopo cinquanta anni di pace tutto il mondo
ellenico, dalle coste dell'Asia Minore alle colonie della Sicilia, venne
coinvolto. La guerra fu importante perché non riguardava solo la
supremazia di una città sull'altra, ma rappresentava soprattutto il conflitto
tra due opposte forme di governo, l'oligarchia spartana e la democrazia
ateniese. Avendo dunque risvolti sociali e ideologici, fu combattuta anche
all'interno delle varie poleis tra partiti opposti
CAUSE Le cause furono molteplici: Atene non aveva
risparmiato atti di ostilità contro Sparta, che a sua volta intendeva impedire
che Atene acquisisse il controllo di tutta la Grecia.
PRIMA FASE 431 - 421.
Gli spartani invasero l'Attica e la devastarono: la popolazione si rifugiò
all'interno delle mura, in difficilissime condizioni di vita. Il piano di
Pericle era evitare la battaglia in campo aperto e logorare le forze nemiche:
Sparta era infatti più debole economicamente e a lungo andare non avrebbe
potuto sostenere la guerra. Il piano tuttavia fallì a causa di una epidemia
scoppiata ad Atene per il sovraffollamento e le precarie condizioni igieniche
nella quale morì lo stesso Pericle.
Dopo anni di combattimenti, la prima fase si conclude con la
pace di Nicia (capo del partito moderato ateniese) e il sostanziale
equilibrio tra la due potenze.
SECONDA FASE 421
- 413 Spedizione ateniese in Sicilia e sconfitta di Atene La pace fu in
realtà una tregua armata: in Atene si riaccese ben presto il desiderio di
guerra soprattutto da parte del partito democratico radicale: ripresero le
provocazioni contro Sparta.
Poiché l'espansionismo verso oriente e verso Sparta era bloccato,
gli ateniesi sperarono di trarre vantaggio dai conflitti tra le città greche
della Sicilia. Atene si sarebbe in questo modo impadronita di regioni molto
ricche e avrebbe avuto le risorse necessarie per sconfiggere definitivamente
Sparta. Tuttavia gli ateniesi furono gravemente sconfitti.
TERZA FASE 413 - 404 Progressivo predominio di Sparta che
diventa potenza marittima grazie all'aiuto dell'impero persiano.
La disfatta in Sicilia incoraggiò gli spartani a riprendere la
guerra: mantennero un presidio fisso di uomini armati in una località
dell'Attica, in modo che Atene fosse costantemente tenuta sotto controllo.
Numerose città della lega delio-attica disertarono e il re di Persia si alleò
con gli spartani. In questa situazione disperata gli ateniesi trovarono però la
forza di reagire: il demos infatti comprendeva bene che la fine del loro impero
avrebbe comportato anche la fine della democrazia e che, senza i tributi pagati
dagli alleati, il livello di vita delle classi popolari sarebbe stato gravemente
compromesso. Furono perciò le masse popolari a volere ad ogni costo la
prosecuzione della guerra, mentre gli aristocratici avrebbero preferito un
accordo con Sparta. Atene riuscì ad allestire una nuova flotta e a prolungare
la resistenza.
Gli ultimi anni di guerra videro un confuso susseguirsi di
avvenimenti. Nel 411 a.c.
i conservatori presero il potere ad Atene grazie a un colpo di stato e
abolirono la costituzione democratica: il nuovo governo decise una pace
immediata con Sparta. Tuttavia la democrazia fu presto restaurata. Sparta,
sostenuta da finanziamenti persiani, costruì una flotta e fu in grado di
rivaleggiare con gli ateniesi anche sul mare. Dapprima la flotta spartana fu
sconfitta, ma in seguito tutte le navi ateniesi furono distrutte presso Egospotami.
Le condizioni di pace furono dure: Atene doveva abbattere le
mura che collegavano la città al Pireo, rinunciare alla flotta e all'impero,
abolire la costituzione democratica ed entrare nella Lega del Peloponneso. La grandezza
ateniese era finita.
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