A partire dal IX secolo un gruppo di popolazioni
scandinave inizia un’espansione in direzione della Russia e delle isole
atlantiche. In Europa invece effettuano una lunga serie di incursioni: solo
successivamente si stanziano stabilmente nel nord della Francia (la Normandia
prende il nome da loro).
Nel Mediterraneo anche i musulmani
compiono saccheggi e razzie, mentre un nuovo pericolo giunge da est quando la
popolazione nomade degli Ungari comincia a minacciare l’Europa.
Le invasioni di nuove popolazioni
provenienti dal nord Europa e le incursioni dei pirati arabi, le razzie, gli
assalti dei banditi aggravano l’insicurezza dell’uomo medievale. Le città, le
fattorie e i monasteri vengono abbandonati e di fronte all’impotenza
dell’organizzazione statale, le popolazioni delle città, organizzate dai conti
e dai vescovi, riparano le cinte murarie, mentre nelle campagne si elevano
fortezze e castelli. Questo fenomeno è detto “incastellamento”.
Nel corso del X secolo emerge la classe
dei proprietari di castelli, gli unici ad avere un reale potere sul territorio.
Essi, senza alcuna delega del sovrano o del conte, in cambio della protezione
che forniscono ai contadini liberi e ai piccoli proprietari dei fondi limitrofi,
esercitano tutti i poteri pubblici. Questo tipo di potere viene detto “signoria
di banno”.
Nel corso del X secolo, soprattutto
nelle zone in cui la forza del potere pubblico si è frantumata in una serie di
privilegi e poteri, delegati a signori locali, sorge la classe sociale dei
cavalieri, il cui compito è difendere i privilegi dei signori.
Sul finire dell’XI secolo, in
concomitanza con il definirsi del principio della primogenitura, si afferma la
regola per cui possono divenire cavalieri solo gli eredi delle famiglie nobili,
e cioè i cadetti esclusi dall’eredità. Si forma così un nuovo ceto di
professionisti delle armi, le cui violenze rendono spesso difficile la vita
soprattutto nelle campagne, fino a che la Chiesa si vede costretta a prendere
una posizione.
Nessun commento:
Posta un commento