La
società feudale prende nome dal feudo, che era un appezzamento di terreno. Il
feudo veniva concesso da un sovrano ad un vassallo; poteva anche accadere che
un vassallo donasse, a sua volta, una parte di territorio ad un altro vassallo.
Un feudo poteva essere molto grande – ad esempio come una regione italiana –
oppure poteva avere dimensioni minori: in ogni caso garantiva potere e
ricchezze notevoli a chi lo riceveva. I vassalli (chiamati anche feudatari) che
lo ricevevano, in cambio davano aiuto in guerra al sovrano o al signore,
giurandogli fedeltà. La concessione avveniva durante una cerimonia religiosa
chiamata investitura.
Inizialmente
il feudo era considerato una concessione temporanea, non una proprietà privata,
perciò alla morte del feudatario doveva tornare al sovrano. Spesso tuttavia ciò
non accadeva: i proprietari infatti lasciavano il territorio ai propri eredi.
Per
mantenere il sistema feudale era necessario procurarsi sempre nuove terre,
perciò i Franchi erano spesso impegnati in guerre.
La
società feudale aveva carattere rurale: il commercio era limitato e la maggior
parte della gente viveva in campagna. Diversa era la situazione all’epoca
dell’impero romano, quando una più ampia parte della popolazione, viveva in
città: questo cambiamento era stato causato dalle invasioni barbariche, che tra
l’altro avevano diminuito i traffici commerciali.
I
contadini potevano essere liberi o servi. La gente viveva nei villaggi, nei
castelli o nelle curtes. Anche le curtes , come i feudi, potevano avere
dimensioni diverse, dalle più piccole alle più grandi. Appartenevano a nobili
(di origine romana o germanica), oppure a nuovi ricchi, ed anche a vescovi.
Il
sistema economico-produttivo dell’alto Medioevo è basato prevalentemente sullo
sfruttamento agrario ed è chiamato economia curtense. Si diffondono grandi
proprietà terriere, le curtes gestite in parte dal proprietario, in parte date
in concessione a contadini che pagano ai proprietario un affitto annuo in
prodotti agricoli, animali o legname.
La curtis
era una azienda agraria, spesso trasformazione di una villa romana. Al suo
interno venivano praticati l’allevamento e l’agricoltura.
Essa era circondata da boschi, che erano più estesi rispetto all’epoca romana.
Nei boschi si cacciava, si raccoglievano prodotti spontanei e si allevavano
animali. (In un primo tempo tutti potevano cacciare, successivamente invece la
caccia fu riservata solamente ai nobili).
Una parte
dei campi veniva lasciata a riposo, per non impoverire e rendere arido il
terreno (coltivazione biennale). Nelle terre incolte veniva praticata la
pastorizia.
La curtis
era abbastanza autonoma poiché produceva quasi tutto ciò che era necessario per
il lavoro e la vita dei suoi abitanti: cibi,attrezzi, vasellame, vestiario
eccetera. Si tenevano tuttavia periodicamente mercati per la vendita delle
eccedenze.
L’aumento
delle grandi proprietà terriere favorisce la diminuzione delle piccole
proprietà. Con il passare del tempo si forma un rapporto di totale dipendenza
tra i piccoli e i grandi proprietari.
Il
villaggio rappresenta il fattore unitario della quotidiana esperienza del
contadino e il luogo dove si organizza soprattutto la vita economica degli
abitanti. Questa realtà rurale compatta spesso viene a scontrarsi con le
pretese dei signori.
Nonostante
guerre ed epidemie, il commercio non viene meno. La professione del mercante è
praticata da Ebrei in Europa, ma anche nei paesi arabi e bizantini. Durante il
regno di Carlo Magno il denaro d'argento diventa la moneta ufficiale e l’oro
viene utilizzato solo per gli scambi con l’Oriente.
APPROFONDIMENTO
Il sistema feudale nacque e si consolidò nel
lungo periodo di tempo che va dall’incoronazione di Carlo Magno (800)
all’affermarsi del Sacro romano Impero germanico (962).Tale sistema, a partire
dai territori dell’impero carolingio, si estese gradualmente a molti paesi del
continente. In quel periodo diverse autorità politiche governavano i paesi
europei: l’imperatore, il papa, molti principi e sovrani. Nessuno di loro,
tuttavia, era in grado di tenere sotto controllo tutti i suoi territori, di
difenderli, di riscuotere le tasse, di amministrarvi la giustizia, di garantire
il commercio e i trasporti; le comunicazioni per via di terra erano malsicure e
difficili, mentre le navi venivano spesso assalite e depredate dai pirati
saraceni. Era dunque una situazione caratterizzata dall’assenza di un
forte potere centrale: per questo motivo si diffuse il sistema feudale;
non soltanto l’imperatore, ma anche il pontefice e altri sovrani dividevano
i loro territori e li affidavano ai guerrieri considerati più fedeli e capaci,
i vassalli. La terra non veniva regalata, bensì concessa in
usufrutto, che è il diritto di godere di un bene soltanto
temporaneamente. I vassalli del sovrano, detti anche grandi feudatari, a
loro volta non possedevano un’organizzazione sufficiente per controllare
direttamente le regioni loro affidate, e per questo furono costretti a
dividerle in territori più piccoli, affidati ciascuno ad un proprio fedele.
In senso più ampio il termine feudalesimo indica una forma di civiltà che
presenta caratteristiche generali di mentalità e di comportamento; nella
società feudale chi compie un certo dovere lo fa non in base a un’idea di
Stato, ma come conseguenza di legami personali con il suo signore.
L’immunità
e l’ereditarietà dei feudi
Con
il passare del tempo i vassalli acquisirono il diritto di esercitare
all’interno del proprio feudo molti dei compiti del re: imponevano tasse a
proprio vantaggio; amministravano la giustizia; arruolavano uomini nel proprio
esercito personale; potevano far guerra e costruire fortezze. Inoltre il feudo
divenne ereditario (877). Già alla fine del IX secolo fu evidente che i
vassalli volevano diventare sempre più autonomi: mentre il potere del re diminuiva,
le dinastie locali dei grandi vassalli erano diventate di fatto indipendenti e
a poco a poco i loro feudi si trasformarono in piccoli stati territoriali.
Il
processo di feudalizzazione riguardò anche la chiesa: molti signori concedevano
feudi a vescovi a abati, che si trovarono così nella condizione di dover
rendere vari servizi, anche militari, al re e ai grandi vassalli. Ormai i
feudatari disponevano non solo delle cariche civili, ma anche di quelle
ecclesiastiche.
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