LA
PENISOLA ITALICA E LE ORIGINI DI ROMA
A
partire dal X secolo a.C. è possibile riconoscere i popoli che daranno vita
alla storia dell’Italia antica; le aree da loro occupate non sono definibili
sul piano territoriale, ma sono riconoscibili per un certo tipo di cultura
materiale e per una lingua che gradualmente si fissa in una forma di scrittura.
Dal
punto di vista linguistico si riconoscono due grandi blocchi, uno etrusco,
relativo a una lingua non indoeuropea, l’altro corrispondente al resto delle
lingue parlate nella penisola, tutte di origine indoeuropea.
Dal
punto di vista dello sviluppo, si riconoscono aree più evolute, come quella
etrusca e laziale e i territori delle colonie greche dell’Italia meridionale e
della Sicilia. Il differente sviluppo delle aree della penisola è legato
all’esistenza di comunità e insediamenti già presenti nell’età del bronzo e
alla diversa disponibilità di risorse.
ISTITUZIONI
Nelle aree più sviluppate, fiorenti sono i commerci di merci preziose, il
cui consumo avviene su imitazione degli imperi del Vicino Oriente. Le influenze
greche, poi, favoriscono il sorgere in tutta la penisola di aristocrazie che
utilizzano forme e mode della cultura greca per esercitare e giustificare il
proprio potere all’interno della comunità.
A
un maggior sviluppo economico, politico e culturale fa da riscontro una più
precisa consapevolezza della propria identità. Tale consapevolezza sta alla
base dell’incontroscontro tra aree più favorite e aree marginali, che, insieme
alla consapevolezza della diversità, spiega i movimenti di popoli italici o
l’esistenza di forme di limitazione della popolazione e di colonizzazione, come
il ver sacrum.
Nell’area
etrusco - laziale si trova la precoce formazione di città, mentre nel resto dei
territori italici questo processo non avverrà prima del V secolo. Le comunità
si organizzano in villaggi fortificati sparsi e facenti capo a luoghi di
incontro quali i santuari.
Agli
inizi dell’età del ferro i territori della fascia tirrenica occupati dagli
Etruschi e dai Latini sono avviati a un rapido sviluppo, come testimoniano
l’aumento delle dimensioni degli abitati e la proprietà privata della terra.
Il
possesso definitivo della terra implica la sua trasmissione ai discendenti; di
qui la
nascita delle gentes,
gruppi più ampi della famiglia e caratterizzati da livelli diversi di
ricchezza e prestigio.
MODI
DI PRODUZIONE Il mondo etrusco, tra il VI e il V secolo a.C., passa da
un’organizzazione in gruppi aristocratici (gentes) guidati da un princeps
a una gestione allargata delle comunità, la. polis, la cui economia
si fonda sulla terra e sullo sfruttamento delle risorse minerarie. Non si
raggiungerà mai, però, un’unità interna.
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