LA FORMAZIONE DEL GOVERNO
LA NOMINA DEL GOVERNO
La Costituzione italiana, con l'articolo 92, disciplina la formazione del
Governo stabilendo che “il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del
Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri".
Gli articoli 93 e 94 regolano le altre fasi della formazione dell'esecutivo
che possono essere schematizzate come segue.
1. Presidente della Repubblica, prima di
affidare l'incarico di formare un nuovo Governo, consulta gli esponenti delle
forze politiche e delle istituzioni, tra i quali gli ex Presidenti della
Repubblica e i Presidenti di Camera e Senato.
2. Il Presidente del Consiglio incaricato
"accetta con riserva"
l'incarico, fa anch'egli analoghe consultazioni e quindi, verificata la
possibilità di avere la fiducia del Parlamento, torna dal Presidente della
Repubblica, “scioglie la riserva" e propone una lista di ministri. Il
Presidente della Repubblica nomina quindi il Presidente del Consiglio che giura
fedeltà alla Costituzione nelle mani del Capo dello Stato; anche i ministri
sono nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del presidente del
Consiglio; prima di assumere le loro funzioni devono giurare fedeltà alla
Costituzione. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo deve
presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia: il Presidente del Consiglio
dei ministri espone il programma di governo e i parlamentari, tramite votazione
palese per appello nominale, ovvero chiamati uno per uno dai Presidenti delle
due Camere, si dichiarano favorevoli o contrari al Governo, oppure si
astengono.
LA
FIDUCIA DEL PARLAMENTO
Ottenuto il consenso della maggioranza dei
parlamentari, il Governo può entrare in carica purché conservi il sostegno del
Parlamento. Infatti la forma di governo parlamentare si caratterizza per I'
esistenza di un rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento.
Questa fiducia deve permanere anche dopo la
formazione del Governo e per tutto il periodo in cui esso rimane in carica. Se
la fiducia viene meno, il Parlamento può costringere il Governo alle dimissioni
votando una mozione di sfiducia. Si verifica allora la cosiddetta crisi di
governo: il Governo deve dimettersi e il Presidente della Repubblica apre la
procedura delle consultazioni per verificare se è possibile formare un nuovo
esecutivo che possa contare su una maggioranza in Parlamento o se invece è
necessario sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.
MAGGIORANZA
E OPPOSIZIONE
Le nuove leggi elettorali hanno reso più
rapida e semplice la procedura per la formazione dei governi: ciò avviene
perché oggi il Governo e di regola guidato dal leader dello schieramento che ha
ottenuto la maggioranza nelle elezioni politiche e, di conseguenza, anche il
maggior numero di seggi in Parlamento.
In genere è proprio questa maggioranza che
vota la fiducia al Governo e che è in grado di approvare le proposte di legge o
i decreti legge che esso presenta.
Coloro che, all'interno del Parlamento non
hanno dato la fiducia al Governo perché non ne condividono il programma, costituiscono
l'opposizione e svolgono quei compiti di proposta e controllo dell' operato
della maggioranza che, come abbiamo visto, sono essenziali in una democrazia.
Le forze di opposizione non votano necessariamente sempre contro i provvedimenti
proposti dalla maggioranza o dallo stesso Governo; quando ritengono che una
legge sia giusta o un intervento del Governo opportuno e necessario, possono
unirsi alla maggioranza per votare un determinato provvedimento. In questi casi
si dice che il provvedimento è bipartisan, cioè condiviso dalla gran parte dei
parlamentari di maggioranza e opposizione.
Un classico esempio di questo tipo di leggi, oltre a quelle di natura
tecnica, sono di solito quelle che richiedono interventi di emergenza in casi
di calamità naturali.
Frequente e anche il caso di approvazione bipartisan di importanti
decisioni che riguardano la politica estera, come ad esempio l'invio di
missioni umanitarie o la partecipazione ad accordi internazionali: in questi
casi le forze politiche cercano di superare le divisioni particolari per presentare
all' esterno l'immagine di un Paese unito nel momento delle scelte più
impegnative.
Un caso particolare sono poi le leggi elettorali:
proprio perche riguardano le "regole del gioco" della politica e
opportuno che siano condivise anche dall'opposizione per evitare che una
maggioranza, una volta al potere, stravolga le leggi elettorali al fine di ottenere
dei vantaggi al momento del voto e rendere più difficile ogni cambiamento.
CHE COS'E CAMBIATO
CON IL SISTEMA MAGGIORITARIO
Le procedure per la formazione del Governo
sono fissate dalla Costituzione e sono funzionali a un sistema elettorale in
cui le elezioni non assegnavano ad alcun partito la maggioranza assoluta (50%
più uno): le consultazioni del Presidente della Repubblica e del futuro
Presidente del Consiglio servivano effettivamente per verificare la possibilità
di accordi tra partiti diversi, ognuno dei quali poi partecipava al Governo con
propri esponenti nominati ministri.
Dopo l'introduzione del sistema
maggioritario (1993) questo procedimento è mutato: le coalizioni si formano
prima delle elezioni e il leader della coalizione vincente alle elezioni è il
candidato naturale al quale il Presidente della Repubblica affida il compito di
formare il nuovo Governo: per questo le consultazioni sono molto più rapide e
riguardano il programma del Governo e le indicazioni dei ministri più che la
verifica dell'esistenza di una maggioranza parlamentare.