giovedì 21 marzo 2013

Pompeo e Cesare

Nel 79 a.C. Silla, inaspettatamente, si è ritirato dalla vita politica rinunciando alla dittatura. L'impero si trova in una situazione complessa, con zone periferiche, talvolta di recente acquisizione, che tendono a ribellarsi. Il senato non riesce più a governare Roma. Il giovane Pompeo, esponente aristocratico (ha ereditato alcune regioni dal padre, morto improvvisamente) inizia a ottenere una serie di vittorie (77-71 contro i ribelli di Sertorio in Lusitania; 73-71 rivolta degli schiavi di Spartaco). Fino a questo momento Pompeo è stato fortemente favorito dal senato, ma poiché sta diventando troppo potente, gli optimates si allarmano; non hanno nemmeno completamente torto: lui si aspetta infatti di diventare console, ma non ha neanche percorso il cursus honorum (divenuto obbligatorio dopo la riforma sillana). Per avere maggiore potere, si allea col ricchissimo Crasso e con i populares: questi accettano l'amicizia perché gli promette di modificare la riforma sillana in senso democratico. Pompeo ha anche le truppe fuori porta: il senato è costretto a cedere.
Nel 70 Pompeo e Crasso diventano consoli. P. mantiene la promessa di cambiare le leggi sillane a favore del popolo, ma non è che sia proprio un democratico: aveva però capito che la gestione del potere da parte del senato in quel momento era perdente.
(Intanto Cicerone processa per corruzione Verre, ex governatore della Sicilia; la tensione è tale che il senato si spacca, tra i conservatori abbastanza corrotti e i "moderni" legati a Pompeo).
Finito il mandato consolare, P. rinuncia a scegliere una provincia da governare e rimane a Roma per avere maggiore potere politico; infatti ne ottiene molto con la lex de piratis persequendis (flotte, soldati) che lo rende forte per tre anni, anche se elimina i pirati in 3 mesi (67 a. C.). Sconfigge Mitridate e dà una nuova sistemazione all'oriente (66-64); tornato a Roma non pretende tanto, dopotutto: 1) la ratifica delle province e alleanze  che ha organizzato in oriente; 2) la distribuzione di terre ai suoi veterani; il senato rifiuta, perché non potevano accettare che un capo militare prendesse decisioni in politica estera.
Nel 63 Catilina dei populares tenta un colpo di stato, ma viene scoperto da Cicerone.
Nasce così il primo triumvirato (60 a.C.), che in questo caso è un accordo privato tra Pompeo, Crasso e Cesare; Pompeo avrebbe sostenuto la candidatura di Cesare, che a sua volta avrebbe riconosciuto a P. quello che lui aveva chiesto al senato; per Crasso una legge finanziaria che favoriva gli "equites", la sua classe.
Così Cesare è console per il 59 e va in Gallia a intromettersi nelle lotte tra tribù (58-51).
P. si riavvicina al senato, anche perché è preoccupato per il potere di Cesare, aumentato a causa dei suoi successi militari. Cesare si affretta allora a "rinnovare il contratto" (56 a.C. accordo di Lucca). Cesare sarebbe rimasto fino al 50 governatore in Gallia, gli altri due diventavano consoli.
(SEGUE)

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