mercoledì 15 maggio 2013

Costantino, Teodosio, la fine dell'impero


Costantino e il cristianesimo Consapevole della ormai capillare diffusione del cristianesimo, comprende che il sistema di valori capace di ridare slancio all’impero può essere ricercato nella nuova religione: con l’Editto di Milano (313, detto anche E. di Costantino) si rende libera la religione cristiana. Il rapporto stretto tra politica e religione provoca l’intervento di Costantino anche nelle questioni dottrinali: durante il Concilio di Nicea, vengono condannate le dottrine eretiche.
Costantino decide di fondare una nuova capitale in Oriente: la città di Bisanzio che prende il nome di Costantinopoli.
I successori di Costantino Tra i successori di Costantino si distingue Giuliano, detto l’Apostata (traditore) perché individua nei valori politici e civili della cultura greco - latina il solo modo per ridare energia all’istituto imperiale, tornando quindi a perseguitare i cristiani.
TEODOSIO Alla morte di Giuliano, Teodosio riprende gli indirizzi politici di Costantino. Con l’editto di Tessalonica (380 d. C.) il cristianesimo viene proclamato l’unica religione ammessa nell’impero. La gestione degli affari interni della Chiesa, anche dottrinali, da parte dell’imperatore, a cui si dà il nome di cesaropapismo, è motivo di accesi scontri con il clero.
Per la difesa dei confini Teodosio consente alle popolazioni barbare di origine germanica di occupare stabilmente alcuni territori in qualità di alleati. In questo modo la difesa dell’impero viene affidata a popolazioni straniere che possono ricattare il potere centrale in virtù della loro forza militare. Per questo i Visigoti ottengono dall’imperatore Teodosio di stanziarsi in Illiria: la convivenza è difficile.
Istituzioni: Alla morte di Teodosio l’impero viene diviso  “di fatto” (quindi non ufficialmente) tra Arcadio (oriente) e Onorio (occidente) sotto la tutela del generale vandalo Stilicone; la crisi  è aggravata dalla rivalità tra oriente e occidente. La divisione tra parte occidentale e parte orientale  ormai era evidente nella realtà delle cose.
La capitale - Nel 402  la residenza dell'Impero Romano d'Occidente da Milano, troppo esposta agli attacchi barbarici, viene trasferita a Ravenna. Ravenna è scelta come nuova capitale perché godeva di una migliore posizione strategica e di difendibilità. Alla morte di Teodosio l’impero viene diviso tra i suoi due figli, sancendo la divisione tra parte occidentale e parte orientale che ormai era evidente nella realtà delle cose.
Fine dell’impero d’Occidente - La penetrazione dei Goti nella penisola culmina con il sacco di Roma (410 d. C). Ai Goti seguono i Vandali, che si stanziano in Africa. L’invasione unna dà il colpo di grazia a un istituto politico ormai allo sbando. L’ultimo imperatore d’Occidente viene spodestato da Odoacre, comandante delle truppe barbare al servizio dall’impero (476 d. C.). Alla fine del V secolo al posto dell’impero romano d’Occidente esistono i regni romano-barbarici.
Altri avvenimenti: 406: numerose popolazioni germaniche occupano le regioni occidentali dell’impero: occupazione  pressoché definitiva; il generale Stilicone viene assassinato dalla fazione anti-germanica; Alarico, a capo dei Visigoti, invade l’Italia e saccheggia Roma: è una incursione, non una occupazione: Alarico non intende essere nominato imperatore; v. parte sottolineata pag 99 del testo;
in Britannia gli Angli e i Sassoni formano  regni indipendenti; i Vandali occupano l’Africa, di vitale importanza per Roma; le alleanze variano e cambiano a seconda delle necessità e della convenienza (ad es. il generale Ezio arriverà ad allearsi momentaneamente con gli Unni); 452: Attila attacca l’Italia e viene allontanato col pagamento di un sostanzioso riscatto (leggenda papa Leone I)

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