venerdì 25 maggio 2012

MAOMETTO E L’ISLAM


MAOMETTO E L’ISLAM

Domande introduttive:

Quale era la situazione della penisola arabica prima della diffusione dell’Islam?

La vicenda di Maometto

Quali sono i 5 pilastri della fede islamica?

Luoghi e periodi della conquista islamica



Dati di attualità - La religione islamica è la seconda religione più diffusa al mondo, dopo quella cristiana, con il 21,1 % di fedeli, pari a circa a 1,3 miliardi di persone.

Economia - All’inizio del VII secolo la penisola arabica ha un territorio in gran parte deserto, coltivato solo nelle oasi e nella stretta fascia meridionale dove, al confluire delle vie carovaniere, sono sorti centri commerciali. La maggioranza della popolazione è nomade e vive nel deserto praticando il commercio e allevando il bestiame, in particolare i cammelli. Non vi è una organizzazione politica unitaria, ma una molteplicità di tribù con usanze e riti diversi, accomunate solo dalla lingua. La loro religione è politeista. Fra il V e il VI secolo cominciano a diffondersi i principi monoteistici ebraici e cristiani.

Maometto - La predicazione di Maometto, che si proclama seguace di un unico Dio a cui tutti dovevano essere sottomessi, ha largo seguito tra le classi umili, già influenzate dalla predicazione contraria al politeismo da parte di alcuni asceti.

I pilastri della nuova religione, cinque semplici principi, incontrano però l’ostilità delle classi agiate della Mecca che vedono in esse un attacco alle istituzioni sociali da cui traggono ricchezza e prestigio.

La fuga e le guerre Le minacce e le persecuzioni costringono M. e i suoi seguaci a rifugiarsi a Medina, da dove cominciano una dura lotta contro i nemici. Le razzie, giustificate come guerra santa, rafforzano il senso di coesione e mettono in crisi il sistema economico su cui si basa la ricchezza degli aristocratici della Mecca. La guerra si conclude con il ritorno di M. alla Mecca: la penisola arabica è ormai unificata da un’unica religione.

Dopo la morte del profeta gli succedono persone appartenenti al suo seguito, che iniziano l’espansione araba in tutto il mondo conosciuto. Il sistema di successione basato sulla scelta democratica fra i seguaci del profeta mostra subito i suoi difetti: i califfi finiscono presto assassinati, finché uno di loro stabilisce un sistema di successione ereditaria dando inizio alla dinastia degli Omayyadi.

 Alla morte del Profeta, nel 632, Bizantini e Sasanidi erano stremati da un durissimo conflitto che, protrattosi ormai da un secolo, con alterne vicende aveva visto la vittoria dei primi: nel 614 i Persiani avevano conquistata e rasa al suolo Gerusalemme, nel 626 erano arrivati alle mura di Costantinopoli ma, nel 628, Eraclio I aveva avviato un'efficace riscossa che aveva portato alla vittoria nel 628 e all'occupazione della capitale nemica di Ctesifonte. In seguito a questa sconfitta i Persiani erano entrati in una gravissima crisi politica e dinastica, ma anche i Bizantini erano esausti a causa dell'ingente sforzo militare ed economico.

Questi due colossi temevano la minaccia delle tribù nomadi, ma la loro attenzione era unicamente rivolta a quelle provenienti dalle steppe eurasiatiche, mentre i beduini arabi, da sempre esclusivamente impegnati in scorrerie tra di loro, non erano tenuti in considerazione. Per questo l'avanzata araba fu tanto potente quanto inaspettata.

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