mercoledì 24 giugno 2015

LA FORMAZIONE DELLA POLIS



LA FORMAZIONE DELLA POLIS
Tra l’XI e il IX secolo a.C., periodo che segna l’ingresso della Grecia nell’età del ferro, la fine dei regni micenei e la caduta dell’impero hittita in Anatolia producono una serie di conseguenze cruciali per lo sviluppo della storia successiva del mondo greco.

La scomparsa dei palazzi micenei e delle grandiose tombe monumentali è il segnale della fine delle antiche casate che gestivano il potere di loro palazzi.

Un diffuso spopolamento e una certa decadenza della produzione artigianale della ceramica e del bronzo testimoniano di un grave periodo di crisi, così come la scomparsa della scrittura.

La mancanza di documenti scritti relativi a questo periodo fa sì che esso sia ricordato con le definizioni di “secoli bui” o “medioevo ellenico”, che sottolineano in negativo i cambiamenti rispetto alla fase precedente della storia greca.

Tre grandi processi caratterizzano questo momento storico: il ritorno nel territorio greco di popolazioni di stirpe ellenica precedentemente scacciate, grazie alla cui migrazione si definiscono le tre aree di popolamento dell’antica Grecia; la diffusione, grazie alle attività commerciali gestite dai Fenici, di uno stile di vita ispirato al lusso e alla ricchezza dei sovrani orientali; la “prima colonizzazione” greca, cioè un moto di popolazioni che dalla Grecia continentale raggiungono le sponde dell’Anatolia e vi fondano nuove città.

Per capire il funzionamento della società greca arcaica, oltre alle testimonianze archeologiche, una fonte importante è costituita dai poemi omerici. Essi descrivono la struttura di una società di tipo aristocratico in cui accanto ai signori, la cui ricchezza è fondata sul possesso della terra, convivono braccianti e artigiani liberi.

Verso la fine del “medioevo ellenico” compaiono insediamenti caratterizzati da un’organizzazione politica totalmente differente da quelle finora incontrate. La nascita della città greca (polis) è un processo di lungo periodo, durante il quale l’idea di un possesso comune e di uno spazio centrale di discussione producono la nascita di un organismo statale che vive grazie al rapporto strettissimo che lega i suoi abitanti alla terra circostante.
La struttura stessa della polis testimonia la sua natura: accanto all’acropoli, in cui ha sede il tempio della divinità protettrice e che viene utilizzata come luogo di difesa dai pericoli esterni, convive l’agorà, la piazza centrale, in cui si realizza la coincidenza tra spazio civico e spazio religioso.

A partire dall’ VIII secolo, in conseguenza di lotte tra aristocratici per il possesso della terra, sotto la spinta dello spirito di avventura di molti cittadini e del diffondersi di conoscenze sul mondo mediterraneo, gruppi di persone decidono di fondare nuove città sulle sponde d molti paesi affacciati sul Mediterraneo, comprese l’Italia meridionale e la Sicilia.

Nella definizione dell’identità della polis ha un ruolo fondamentale la religione, che innerva tutti gii atti pubblici della città. A partire dall’ VIII secolo, inoltre, è attestata l’attività di legislatori a cui si deve la stesura delle prime leggi scritte, nate per vincolare i giudici, normalmente appartenenti all’aristocrazia, e per fissare le procedure e le pene.

La nascita di nuove forme di collaborazione all’interno della polis produce la cosiddetta “rivoluzione oplitica”, la nascita di una nuova tecnica di combattimento che presuppone la condivisione di un codice d’onore basato sull’aiuto reciproco. La partecipazione alla difesa comune comporta l’ascesa sociale e politica delle classi medie e il declino della cavalleria, specialità dei ceti aristocratici.

La diffusione delle leggi scritte e la rivoluzione oplitica sono segno della crisi dell’aristocrazia e dell’emergere di nuovi ceti. Questa situazione politica e sociale è il terreno ideale su cui si sviluppano le tirannidi, regimi di tipo personale che godono dell’appoggio popolare, a cui si deve un’imponente attività urbanistica e lo sviluppo dei culti religiosi.
In questo stesso periodo, le città fenicie si rendono indipendenti e danno vita a uno spettacolare sviluppo commerciale e culturale, pur senza raggiungere mai un’unità politica. A partire dall’XI secolo a.C. gran parte del commercio mediterraneo si svolge tramite navi fenicie. Insieme alle merci vengono diffuse idee e innovazioni, tra cui la scrittura fonetica.

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