martedì 23 giugno 2015

LA PENISOLA ITALICA E LE ORIGINI DI ROMA



LA PENISOLA ITALICA E LE ORIGINI DI ROMA
A partire dal X secolo a.C. è possibile riconoscere i popoli che daranno vita alla storia dell’Italia antica; le aree da loro occupate non sono definibili sul piano territoriale, ma sono riconoscibili per un certo tipo di cultura materiale e per una lingua che gradualmente si fissa in una forma di scrittura.



Dal punto di vista linguistico si riconoscono due grandi blocchi, uno etrusco, relativo a una lingua non indoeuropea, l’altro corrispondente al resto delle lingue parlate nella penisola, tutte di origine indoeuropea.

Dal punto di vista dello sviluppo, si riconoscono aree più evolute, come quella etrusca e laziale e i territori delle colonie greche dell’Italia meridionale e della Sicilia. Il differente sviluppo delle aree della penisola è legato all’esistenza di comunità e insediamenti già presenti nell’età del bronzo e alla diversa disponibilità di risorse.



ISTITUZIONI Nelle aree più sviluppate, fiorenti sono i  commerci di merci preziose, il cui consumo avviene su imitazione degli imperi del Vicino Oriente. Le influenze greche, poi, favoriscono il sorgere in tutta la penisola di aristocrazie che utilizzano forme e mode della cultura greca per esercitare e giustificare il proprio potere all’interno della comunità.



A un maggior sviluppo economico, politico e culturale fa da riscontro una più precisa consapevolezza della propria identità. Tale consapevolezza sta alla base dell’incontro­scontro tra aree più favorite e aree marginali, che, insieme alla consapevolezza della diversità, spiega i movimenti di popoli italici o l’esistenza di forme di limitazione della popolazione e di colonizzazione, come il ver sacrum.



Nell’area etrusco - laziale si trova la precoce formazione di città, mentre nel resto dei territori italici questo processo non avverrà prima del V secolo. Le comunità si organizzano in villaggi fortificati sparsi e facenti capo a luoghi di incontro quali i santuari.



Agli inizi dell’età del ferro i territori della fascia tirrenica occupati dagli Etruschi e dai Latini sono avviati a un rapido sviluppo, come testimoniano l’aumento delle dimensioni degli abitati e la proprietà privata della terra.

Il possesso definitivo della terra implica la sua trasmissione ai discendenti; di qui la nascita delle gentes, gruppi più ampi della famiglia e caratterizzati da livelli diversi di ricchezza e prestigio.



MODI DI PRODUZIONE Il mondo etrusco, tra il VI e il V secolo a.C., passa da un’organizzazione in gruppi aristocratici (gentes) guidati da un princeps a una gestione allargata delle comunità, la. polis, la cui economia si fonda sulla terra e sullo sfruttamento delle risorse minerarie. Non si raggiungerà mai, però, un’unità interna.

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