sabato 20 giugno 2015

La società feudale e la curtis



LA SOCIETA' FEUDALE E LA CURTIS



La società feudale prende nome dal feudo, che era un appezzamento di terreno. Il feudo veniva concesso da un sovrano ad un vassallo; poteva anche accadere che un vassallo donasse, a sua volta, una parte di territorio ad un altro vassallo. Un feudo poteva essere molto grande – ad esempio come una regione italiana – oppure poteva avere dimensioni minori: in ogni caso garantiva potere e ricchezze notevoli a chi lo riceveva. I vassalli (chiamati anche feudatari) che lo ricevevano, in cambio davano aiuto in guerra al sovrano o al signore, giurandogli fedeltà. La concessione avveniva durante una cerimonia religiosa chiamata investitura.
Inizialmente il feudo era considerato una concessione temporanea, non una proprietà privata, perciò alla morte del feudatario doveva tornare al sovrano. Spesso tuttavia ciò non accadeva: i proprietari infatti lasciavano il territorio ai propri eredi.
Per mantenere il sistema feudale era necessario procurarsi sempre nuove terre, perciò i Franchi erano spesso impegnati in guerre.
La società feudale aveva carattere rurale: il commercio era limitato e la maggior parte della gente viveva in campagna. Diversa era la situazione all’epoca dell’impero romano, quando una più ampia parte della popolazione, viveva in città: questo cambiamento era stato causato dalle invasioni barbariche, che tra l’altro avevano diminuito i traffici commerciali.
I contadini potevano essere liberi o servi. La gente viveva nei villaggi, nei castelli o nelle curtes. Anche le curtes , come i feudi, potevano avere dimensioni diverse, dalle più piccole alle più grandi. Appartenevano a nobili (di origine romana o germanica), oppure a nuovi ricchi, ed anche a vescovi.
Il sistema economico-produttivo dell’alto Medioevo è basato prevalentemente sullo sfruttamento agrario ed è chiamato economia curtense. Si diffondono grandi proprietà terriere, le curtes gestite in parte dal proprietario, in parte date in concessione a contadini che pagano ai proprietario un affitto annuo in prodotti agricoli, animali o legname.



La curtis era una azienda agraria, spesso trasformazione di una villa romana. Al suo interno venivano praticati l’allevamento e l’agricoltura. Essa era circondata da boschi, che erano più estesi rispetto all’epoca romana. Nei boschi si cacciava, si raccoglievano prodotti spontanei e si allevavano animali. (In un primo tempo tutti potevano cacciare, successivamente invece la caccia fu riservata solamente ai nobili).
Una parte dei campi veniva lasciata a riposo, per non impoverire e rendere arido il terreno (coltivazione biennale). Nelle terre incolte veniva praticata la pastorizia.
La curtis era abbastanza autonoma poiché produceva quasi tutto ciò che era necessario per il lavoro e la vita dei suoi abitanti: cibi,attrezzi, vasellame, vestiario eccetera. Si tenevano tuttavia periodicamente mercati per la vendita delle eccedenze.

L’aumento delle grandi proprietà terriere favorisce la diminuzione delle piccole proprietà. Con il passare del tempo si forma un rapporto di totale dipendenza tra i piccoli e i grandi proprietari.
Il villaggio rappresenta il fattore unitario della quotidiana esperienza del contadino e il luogo dove si organizza soprattutto la vita economica degli abitanti. Questa realtà rurale compatta spesso viene a scontrarsi con le pretese dei signori.
Nonostante guerre ed epidemie, il commercio non viene meno. La professione del mercante è praticata da Ebrei in Europa, ma anche nei paesi arabi e bizantini. Durante il regno di Carlo Magno il denaro d'argento diventa la moneta ufficiale e l’oro viene utilizzato solo per gli scambi con l’Oriente.



APPROFONDIMENTO
 Il sistema feudale nacque e si consolidò nel lungo periodo di tempo che va dall’incoronazione di Carlo Magno (800) all’affermarsi del Sacro romano Impero germanico (962).Tale sistema, a partire dai territori dell’impero carolingio, si estese gradualmente a molti paesi del continente. In quel periodo diverse autorità politiche governavano i paesi europei: l’imperatore, il papa, molti principi e sovrani. Nessuno di loro, tuttavia, era in grado di tenere sotto controllo tutti i suoi territori, di difenderli, di riscuotere le tasse, di amministrarvi la giustizia, di garantire il commercio e i trasporti; le comunicazioni per via di terra erano malsicure e difficili, mentre le navi venivano spesso assalite e depredate dai pirati saraceni. Era dunque una situazione caratterizzata dall’assenza di un forte potere centrale: per questo motivo si diffuse il sistema feudale; non soltanto l’imperatore, ma anche il pontefice e altri sovrani dividevano i loro territori e li affidavano ai guerrieri considerati più fedeli e capaci, i vassalli. La terra non veniva regalata, bensì concessa in usufrutto, che è il diritto di godere di un bene soltanto temporaneamente. I vassalli del sovrano, detti anche grandi feudatari, a loro volta non possedevano un’organizzazione sufficiente per controllare direttamente le regioni loro affidate, e per questo furono costretti a dividerle in territori più piccoli, affidati ciascuno ad un proprio fedele. In senso più ampio il termine feudalesimo indica una forma di civiltà che presenta caratteristiche generali di mentalità e di comportamento; nella società feudale chi compie un certo dovere lo fa non in base a un’idea di Stato, ma come conseguenza di legami personali con il suo signore.
L’immunità e l’ereditarietà dei feudi
Con il passare del tempo i vassalli acquisirono il diritto di esercitare all’interno del proprio feudo molti dei compiti del re: imponevano tasse a proprio vantaggio; amministravano la giustizia; arruolavano uomini nel proprio esercito personale; potevano far guerra e costruire fortezze. Inoltre il feudo divenne ereditario (877). Già alla fine del IX secolo fu evidente che i vassalli volevano diventare sempre più autonomi: mentre il potere del re diminuiva, le dinastie locali dei grandi vassalli erano diventate di fatto indipendenti e a poco a poco i loro feudi si trasformarono in piccoli stati territoriali.
Il processo di feudalizzazione riguardò anche la chiesa: molti signori concedevano feudi a vescovi a abati, che si trovarono così nella condizione di dover rendere vari servizi, anche militari, al re e ai grandi vassalli. Ormai i feudatari disponevano non solo delle cariche civili, ma anche di quelle ecclesiastiche.

Nessun commento:

Posta un commento