domenica 21 giugno 2015

LA GUERRA DEL PELOPONNESO



GUERRA DEL PELOPONNESO
" Il più grave sconvolgimento che sia mai avvenuto per i Greci" così viene definita questa guerra dallo storico Tucidide.  Dopo cinquanta anni di pace tutto il mondo ellenico, dalle coste dell'Asia Minore alle colonie della Sicilia, venne coinvolto. La guerra fu importante perché non riguardava solo la supremazia di una città sull'altra, ma rappresentava soprattutto il conflitto tra due opposte forme di governo, l'oligarchia spartana e la democrazia ateniese. Avendo dunque risvolti sociali e ideologici, fu combattuta anche all'interno delle varie poleis tra partiti opposti
CAUSE  Le cause furono molteplici: Atene non aveva risparmiato atti di ostilità contro Sparta, che a sua volta intendeva impedire che Atene acquisisse il controllo di tutta la Grecia.
PRIMA FASE 431 - 421. Gli spartani invasero l'Attica e la devastarono: la popolazione si rifugiò all'interno delle mura, in difficilissime condizioni di vita. Il piano di Pericle era evitare la battaglia in campo aperto e logorare le forze nemiche: Sparta era infatti più debole economicamente e a lungo andare non avrebbe potuto sostenere la guerra. Il piano tuttavia fallì a causa di una epidemia scoppiata ad Atene per il sovraffollamento e le precarie condizioni igieniche nella quale morì lo stesso Pericle.
Dopo anni di combattimenti, la prima fase si conclude con la pace di Nicia (capo del partito moderato ateniese) e il sostanziale equilibrio tra la due potenze.
SECONDA FASE 421 - 413 Spedizione ateniese in Sicilia e sconfitta di Atene La pace fu in realtà una tregua armata: in Atene si riaccese ben presto il desiderio di guerra soprattutto da parte del partito democratico radicale: ripresero le provocazioni contro Sparta. 
Poiché l'espansionismo verso oriente e verso Sparta era bloccato, gli ateniesi sperarono di trarre vantaggio dai conflitti tra le città greche della Sicilia. Atene si sarebbe in questo modo impadronita di regioni molto ricche e avrebbe avuto le risorse necessarie per sconfiggere definitivamente Sparta. Tuttavia gli ateniesi furono gravemente sconfitti. 
TERZA FASE 413 - 404 Progressivo predominio di Sparta che diventa potenza marittima grazie all'aiuto dell'impero persiano.
La disfatta in Sicilia incoraggiò gli spartani a riprendere la guerra: mantennero un presidio fisso di uomini armati in una località dell'Attica, in modo che Atene fosse costantemente tenuta sotto controllo. Numerose città della lega delio-attica disertarono e il re di Persia si alleò con gli spartani. In questa situazione disperata gli ateniesi trovarono però la forza di reagire: il demos infatti comprendeva bene che la fine del loro impero avrebbe comportato anche la fine della democrazia e che, senza i tributi pagati dagli alleati, il livello di vita delle classi popolari sarebbe stato gravemente compromesso. Furono perciò le masse popolari a volere ad ogni costo la prosecuzione della guerra, mentre gli aristocratici avrebbero preferito un accordo con Sparta. Atene riuscì ad allestire una nuova flotta e a prolungare la resistenza.
Gli ultimi anni di guerra videro un confuso susseguirsi di avvenimenti. Nel 411 a.c. i conservatori presero il potere ad Atene grazie a un colpo di stato e abolirono la costituzione democratica: il nuovo governo decise una pace immediata con Sparta. Tuttavia la democrazia fu presto restaurata. Sparta, sostenuta da finanziamenti persiani, costruì una flotta e fu in grado di rivaleggiare con gli ateniesi anche sul mare. Dapprima la flotta spartana fu sconfitta, ma in seguito tutte le navi ateniesi furono distrutte presso Egospotami.
Le condizioni di pace furono dure: Atene doveva abbattere le mura che collegavano la città al Pireo, rinunciare alla flotta e all'impero, abolire la costituzione democratica ed entrare nella Lega del Peloponneso. La grandezza ateniese era finita.

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